La Corte di Cassazione (ordinanza n.18400/22) si è occupata del problema della decorrenza della pensione di reversibilità, rispondendo a questa domanda: il diritto alla pensione nasce con la morte del familiare o con la presentazione della domanda amministrativa?
Il caso riguardava un uomo, che conviveva ed era a carico della madre “perché inabile ad ogni proficuo lavoro e, pertanto, privo di reddito”; l’uomo aveva presentato la domanda per ottenere la pensione di reversibilità circa quattro anni dopo la morte della madre e la Corte d’Appello di Bari aveva stabilito che egli avesse quindi diritto alla pensione solo a decorrere dalla sua domanda.
La Corte di Cassazione non è stata però dello stesso avviso.
Nell’ordinanza si legge, infatti, che “in caso di decesso del pensionato, il figlio maggiorenne inabile a carico del defunto ha diritto di ottenere dall’Inps l’attribuzione della pensione di reversibilità quale superstite con decorrenza dal mese successivo alla data del decesso del de cuius, senza che assuma rilievo la data di presentazione della domanda amministrativa diretta alla concessione del beneficio”.
Secondo la Cassazione, dunque, ciò che rileva non è la data in cui è stata presentata la domanda, ma quella in cui è deceduto il familiare.
Avv. Mauro Sbaraglia
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