Molti di quelli che ricevono una multa di importo modesto, anche se la ritengono infondata, pagano, per evitare la scocciatura di presentare il ricorso personalmente o per non pagare un avvocato, il cui onorario potrebbe essere maggiore della multa stessa.
Fanno bene? Non sempre.
L’iter per presentare un ricorso al Prefetto è abbastanza facile: bisogna scrivere il ricorso e inviarlo con raccomandata a.r. alla Prefettura competente.
Si tratta quindi di vedere se il tempo dedicato alla redazione del ricorso ed alla sua spedizione valga più o meno della multa ricevuta, tenendo anche conto che, in caso di rigetto, la multa si raddoppia.
Per il ricorso al Giudice di Pace le cose sono un po’ diverse, perché gli adempimenti sono più numerosi: redazione del ricorso, deposito al Giudice di Pace, pagamento del contributo unificato, partecipazione all’udienza, ecc.
I cittadini possono farlo da soli, ma, oggettivamente, occorre dedicare molto tempo e per molti non è possibile o comunque non ne vale la pena.
In questi casi, può invece valere la pena di rivolgersi ad un avvocato.
Infatti, se il ricorso è fondato e la multa è accolta, il Giudice pone le spese legali a carico dell’Amministrazione; ciò significa che l’impugnazione potrebbe essere a costo zero per il ricorrente.
Peraltro, con la recente ordinanza n.6249/22, la Corte di Cassazione ha precisato che la condanna al pagamento delle spese legali è dovuta anche se l’Amministrazione sia rimasta contumace ovvero non abbia partecipato al giudizio.
Pertanto, prima di desistere e pagare una multa che riteniamo ingiusta, potrebbe essere il caso di parlarne con un avvocato.
Avv. Mauro Sbaraglia
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