Quando si decide di fare una causa occorre tenere in considerazione un aspetto, che in alcuni casi può essere davvero molto importante: il Giudice porrà a carico della parte soccombente le spese legali della parte vincitrice.
Cerchiamo di capire meglio con un esempio.
Se ho, o ritengo di avere, un credito di € 10.000 nei confronti di un altro soggetto e quest’ultimo non provvede al pagamento, mi dovrò rivolgere ad un avvocato per fare una causa; analogamente, il debitore, o presunto tale, se vuole resistere alla mia domanda, dovrà rivolgersi ad un avvocato.
Se il Giudice accogliesse la mia domanda e condannasse la controparte a pagare i € 10.000, ma non ponesse a carico di quest’ultima anche le spese legali, la somma che concretamente otterrei sarebbe inferiore ad € 10.000, perché dovrei pagare il compenso dell’avvocato che mi ha difeso.
Per evitare che ciò accada, la legge prevede che, salvi alcuni casi particolari, la parte vincitrice abbia diritto anche al rimborso delle spese legali (ma attenzione, l’avvocato non è vincolato dalla somma liquidata dal Giudice e potrà chiedere al cliente il compenso pattuito o quello previsto dalla legge).
Quindi, in linea di massima:
- se faccio una causa e la mia domanda viene accolta, la controparte mi dovrà pagare anche le spese legali che ho sostenuto per fare la causa;
- analogamente, se faccio una causa e la perdo, sarò io a dover pagare alla controparte le spese legali che ha sostenuto per difendersi.
Si tratta di un principio assolutamente ragionevole e condivisibile, ma che molti ignorano; ed invece è bene conoscerlo, perché, soprattutto nelle cause di alto valore, le spese di soccombenza possono essere molto significative.
Prima di avviare una causa, quindi, tra le tante cose che occorre valutare, c’è anche l’ammontare delle eventuali spese di soccombenza, in modo da evitare che, alla fine del giudizio, ci si trovi a dover gestire un’amara sorpresa.
Avv. Mauro Sbaraglia
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